Ecco cosa scrive Luca Soldi sullo spettacolo di ieri sera:
Caro Yang,
cari ragazzi di Cooking, caro Chihuahua, cara Biancaneve, caro Flutta
Flitta, caro Prince, caro Quasichef, cara Timidy, caro Lonely, caro
Marlboro, caro Vin, caro Speedy, cara Sailormoon, caro 007, caro Joker,
Vi scrivo perché sono stato veramente travolto, nei sentimenti, dalla
Vostra opera, dalla vostra interpretazione, d'ieri sera ad Officina
Giovani.
Devo confessarvi e credete non è facile dirlo e tantomeno scriverlo, mi avete commosso.
Commosso per la freschezza della vostra interpretazione, per la vostra
professionalità, frutto anche dei buoni maestri che avete avuto intorno,
commosso per la simpatia che avete trasmesso a tutto il pubblico.
La cosa però che mi ha travolto, però è stata un'altra.
Una cosa alla quale non mi ero minimamente preparato. Neppure avendo
ricevuto l'anticipo, l'anteprima, al Circolo di Cafaggio, quando avete
incontrato la Ministra Cecile, sabato scorso.
La cosa che mi ha travolto, ad un'età nella quale i sentimenti sono duri
da piegare, e' stata il vedere , su quell'insolito palcoscenico,
l'affollarsi e l'affannarsi di storie che sono il frutto della vita di
tutti i giorni. La vostra vita.
Una vita che trovate in ogni momento nelle vostre famiglie, nella
scuola, con gli amici, per le strade della nostra Prato. Una vita che in
ogni momento vi ricorda e ci ricorda quanto sia difficile "cucinare",
mischiare, armonizzare, integrare, rendersi un'unico corpo dalle tante
diversità.
Cari ragazzi questo seme che avete lanciato ieri sera con passione ed
allegria non può essere disperso. Non può finire tra i sassi.
Deve cadere dove la terra e' fertile.
La vostra storia racconta di un bravo cuoco che arriva e con modi un po'
burberi ristabilisce un'ordine che non è fatto, però, di soprusi ed
imposizioni. Di paure da nascondere.
Offre a tutti un progetto, "il progetto".
Quello di costruire dalle diversità un piatto speciale da offrire a tutti.
È così succede.
Ho letto e interpretato la storia come se quel cuoco, quel bravo cuoco,
non fosse una persona o un'istituzione, ma il tempo. Lo scorrere del
tempo che nel suo passare smussa gli angoli, appiana i contrasti, rende
semplice quello che oggi può essere difficile.
Quel lento scorrere che già la storia passata insegna come riparatore dell'odio e delle differenze.
La nostre realtà, pero', e' un po' più complicata. I grandi fanno in
modo di renderla più complicata. Il segnale che avete mandato non può
essere disatteso.
Facciamo in modo che non sia solo il tempo a renderci consapevoli di
quanto le nostre radici diverse portino anche ricchezza e bellezza
comune.
Senza che ci siano prevaricazioni e chiusure.
Aiutateci ancora a fare in modo che questi "grandi" che avete intorno,
magari commuovendosi un po', portino avanti questa "cucina" che ha
davvero bisogno di tutti.
Di nuovo grazie.
Luca
lunedì 1 luglio 2013
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